La città del disincanto
2013-2015

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Costruito nel 1965, a solo dieci anni di distanza da Disneyland, inventato da Walt Disney nella periferia di Los Angeles, Edenlandia è stato il primo parco tematico in Europa, dove due generazioni di bambini napoletani, in compagnia dei loro genitori, hanno avuto il loro forse più forte incontro con il mondo della fiaba [...].
La scelta di rappresentare un luogo ormai morto alla ragione che lo aveva creato e fatto vivere, la decisione di incontrare ancora il tempo ormai svanito dell’infanzia fotografando la visibile rovina delle figure che avevano magicamente animato le prime immagini della memoria significa affrontare il nodo originario del mondo dell’uomo e di ogni uomo che, come Scotti, cerca una nuova immagine del mondo.
L’altezza dello sguardo in cui si situa l’obbiettivo del fotografo in quest’opera è quella del bambino, bassa, attaccata alla terra dalla quale si alzano tra i grandi alberi le scenografie che riempivano di meraviglia il suo sguardo infantile.
[…]
Vladimir Propp ci ricorda che il racconto di fate incomincia con una menomazione o con un danno arrecato a qualcuno … oppure col desiderio di possedere qualche cosa … e si sviluppa attraverso la partenza del protagonista dalla casa paterna, l’incontro con un donatore che gli offre il mezzo fatato … per mezzo del quale egli trova l’oggetto delle sue ricerche.
Il danno subìto, la sofferenza a cui cerca di porre rimedio Giovanni Scotti attraverso la propria opera è la crisi senza apparente via d’uscita in cui versano Napoli e l’Italia. L’esoterico architetto del Giardino di Bomarzo fece scrivere su una pietra la frase Sol per sfogare il core, nella consapevolezza che è il dolore a donare la forza che permette di superare la prova continua dell’esistenza umana. È l’incontro con il dolore della passione a offrire in dono a ogni uomo e a ogni artista, sincero come Giovanni Scotti, lo strumento per trovare non quello che ormai è per sempre perduto, ma la luce capace di illuminare e dare ragione al viaggio della vita.
La fotografia di Giovanni Scotti è frutto di un lungo processo e di un consapevole confronto critico tra l’identità della genealogia nazionale degli autori di Viaggio in Italia e il percorso internazionale dominato in gran parte dal metodo dei Becher e della Düsseldorfer Schule, con l’eliminazione dell’incontro posto dall’evento del vivere, una nuova oggettività che annulla ogni passione e ogni emozione, la sparizione dell’immagine unica e irripetibile all’interno di una sequenza narrativa altrettanto unica e irripetibile. Con lo stesso rigore di Thomas Struth o Candida Hofer, Giovanni Scotti affronta la via della fotografia, ma percorrendola consapevolmente nella direzione opposta, nell’avventura della conoscenza attraverso l’immagine, nell’evento inaspettato e incalcolabile della luce che illumina solo per un istante il tempo e luogo della nostra dimora.

(Giovanni Chiaramonte, fotografo e critico)​

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dal testo critico "Fantasmagorie d'iniziazione", nel libro fotografico La città del disincanto, edito da Rogiosi, 2015

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:: EN

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Built in 1965, just ten years after Disneyland (which was created by Walt Disney in the outskirts of Los Angeles), Edenlandia was the first amusement park in Europe. Here, two generations of Neapolitan children, in the company of their parents, had possibly the most striking encounter with the world of fairy tales [...].

The choice to represent a place that is long dead with respect to the reason for its creation and life, the decision to meet again the long gone time of childhood by photographing the visible ruin of the figures that had magically animated the first images of memory, means facing the original core of our world and of every person (who, like Scotti, is searching for a new image of the world).

The height of the gaze where the photographer’s objective is positioned is that of the child – low, close to the ground from where the scenography that filled his child’s gaze with wonder stands out among tall trees.

[...]

Vladimir Propp reminds us that the fairy tale begins with a disabling condition or with someone being damaged… or with the wish to own something… and it develops through the protagonist’s departure from his parents’ home, the encounter with a benefactor who gives him a magic tool… thanks to which he finds the object of his searches.

The damage undergone, the suffering which Giovanni Scotti seeks to mend through his own work is the crisis, with no apparent way out, affecting Naples and Italy.

The esoteric designer of Bomarzo Gardens wrote the sentence ‘Just to lighten the heart’ on a stone, in the awareness that pain provides the strength that is necessary to overcome the ongoing challenge of human existence.

It is the encounter with the pain of passion that provides every person and every authentic artist, such as Giovanni Scotti, with the means to find not what is forever lost, but the light that illuminates and gives meaning to the journey of life.

Giovanni Scotti’s photographic work is the fruit of a long process and of the aware critical dialogue between the identity of the national genealogy of the authors of Viaggio in Italia (Journey to Italy), and the international context, which is mainly dominated by the Bechers’ and Düsseldorfer Schule‘s method, with its elimination of the encounter deriving from the event of living, a new objectivity that cancels all passions and emotions, and the disappearance of the unique image within an equally unique narrative sequence.

With the same accuracy as Thomas Struth’s or Candida Hofer’s, Giovanni Scotti undertakes the photographic journey, but going in the opposite direction, that is towards the adventure of knowledge through the image, the unexpected and undefinable event of the light that for a moment illuminates the time and space of our living.

(Giovanni Chiaramonte, photographer and critic)

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from the critical text "Initiation phantasmagories", in the photographic book La città del disincanto, published by Rogiosi, 2015